Nella pista ungherese si è assistito a una prestazione molto opaca della rossa, con Sainz 6° Leclerc 7°, il duo ferrarista non è mai stato in grado di impensierire i competitors del calibro di Mercedes e Mclaren, tranne Red Bull che è inarrivabile. Cosa sta succedendo a Maranello?

Se Mclaren e Mercedes hanno trovato le loro risposte nel Gp di Ungheria duellando per le primissime posizioni, la Ferrari ha avuto la conferma che la SF23 è una macchina nata male che non riesce a essere competitiva con nessun tipo di mescole, sembra che i piloti non siano riuscito a trovare il set up ideale, faticando sia in qualifica e in gara. A Maranello qualcosa sta sfuggendo di mano, forse mancano gli uomini adatti alla tipologia di ruolo, oppure, vi è una mancanza di organizzazione, aggiungiamo anche la mancanza di serenità, fattore importantissimo per essere un team vincente. Sicuramente nel Cavallino manca la passione e volontà che regnava un tempo, quando vi era Jean Todt, Luca Cordero di Montezemolo come Presidente e l’Avvocato Gianni Agnelli.

Questi ultimi erano molto vicino alla team parlavano coi tecnici coi piloti, con i manager facendosi spiegare ogni cosa, e se c’era qualche cosa che non funzionava si permettevano come giusto che sia, di dare dei consigli offrendo tutto il loro supporto. Invece il Presidente John Elkann è abbastanza assente dalle gare, si concede anche poco alle interviste. Il fattore appena elencato può essere banale come discorso, invece è di grandissima utilità perché non basta avere ingegneri e piloti di grande livello, bisogna avere anche un buon ambiente in cui lavorare. La macchina può anche essere sbagliata ma se si lavora in serenità armonia le difficoltà si affrontano diversamente.

Di Stefano Penner

Foto: Twitter Scuderia Ferrari