Come un fulmine a ciel sereno Oliver Oakes lascia il ruolo di Team Principal per lasciare il posto all’attuale presidente non esecutivo di Alpine Flavio Briatore. Il manager piemontese in passato come noto a tutti, ha ricoperto tale ruolo con buon successo vincendo i campionati con Michael Schumacher e Fernando Alonso, pertanto è la persona giusta per la rinascita del team anglo francese.
Il percorso di ristrutturazione in Alpine continua dopo l’ingaggio di Franco Colapinto per il Gp di Imola, all’interno del team di Enstone continuano i cambiamenti Oliver Oakes attuale team principale ha deciso di lasciare il ruolo per apparenti motivi personali, intanto al suo posto ci sarà Flavio Briatore che in passato ha già ricoperto tale mansione con ottimi risultati che hanno portato alla conquista dei titoli piloti con Michael Schumacher nel 1994 e 1995 in quell’anno ci fu anche quello costruttori quando la squadra si chiamava Benetton, poi negli anni 2000 la squadra cambia nome in Renault e arrivarono i due titoli mondiali piloti di Fernando Alonso e i due costruttori. Il manager piemontese con questi cambiamenti sta facendo capire che non vuole stare a guardare gli altri mentre fanno progressi, accontentandosi del settimo posto in classifica mondiale, vuole riportare il team anglo francese ai tempi d’oro ,pertanto è+ la persona giusta a ricoprire questo importante ruolo oltre a quello di Super Consulente considerando la sua vasta esperienza di oltre trent’anni di Formula 1.
Oliver Oakes commenta “Motivi personali. È una decisione personale ho deciso di fare un passo indietro. Flavio Briatore è stato come un padre per me, mi ha sempre supportato e mi ha dato l’opportunità di essere il responsabile della squadra”.
Flavio Briatore commenta “Io e Oli abbiamo un ottimo rapporto e avevamo obiettivi a lungo termine. Il suo desiderio di dimettersi non ha nulla a che fare con la squadra, ma deriva da motivi personali. Nelle ultime 24 ore, si è detto che avessimo opinioni diverse, tutto questo è completamente falso e ben lontano dalla verità”.
Di Stefano Penner
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