L’attesa è finita: dopo la pausa estiva, il Mondiale di F1 2021 è pronto a regalarci altre battaglie. Prima su tutte quella al vertice tra il pluricampione Lewis Hamilton e Max Verstappen, con la RedBull che, per la prima volta dal 2014, anno dell’inizio dell’era “ibrida”, è lì a lottare punto su punto per vincere il Mondiale, grazie anche alla fame dell’olandese e ad una vettura ben bilanciata e performante. I due piloti avranno tanta voglia di ricominciare alla grande dopo la rocambolesca gara all’ Hungaroring, vinta da Ocon sulla sua Alpine, con il francese che ha ottenuto così la sua prima vittoria in F1.
La dodicesima tappa del Mondiale ci porta in Belgio, più precisamente a Francorchamps per il Formula 1 Rolex Belgian Grand Prix 2021, una cittadina della municipalità di Stavelot ai confini con la municipalità di Spa, nelle Ardenne, la regione collinare coperta da foreste che si estende fino in Lussemburgo e in Francia. Il celebre Circuit National de Spa-Francorchamps è un tracciato storico, nato nel 1924 unendo le tre strade statali che collegavano le cittadine di Malmedy, Stavelot e Francorchamps. Si tratta di un circuito “naturale” in quanto prende forma seguendo proprio gli altipiani delle Ardenne. Date le alte velocità di media, sono stati molti gli interventi sul layout e sulle vie di fuga in virtù degli standard di sicurezza. Nel 1979 fu accorciato a 7 km di lunghezza, meno della metà rispetto agli iniziali 14,9 km. Altre modifiche sono state effettuate in corsia dei box e sul rettilineo iniziale, arretrandolo di una curva per permettere alle vetture di tipo Formula di partire in piano come da regolamento. Il tracciato attuale si estende per 7,004 km da percorrere in senso orario ed è costituito da 20 curve, 9 a sinistra e 11 a destra. Con l’ausilio della foto, analizziamo un giro a Spa-Francorchamps.

Per il tempo sul giro è fondamentale uscire più forti possibile da La Source: da qui fino a curva 7 non si tocca più il freno, perciò è importante portare più velocità possibile per tentare il sorpasso in scia e con DRS ed ERS sul lungo rettilineo del Kemmel, uno dei punti più favorevoli per il sorpasso. Nel mezzo la sequenza di curve più famose di tutto il Mondiale. Eau Rouge prende il nome dal fiume che vi scorre sotto e si prepara stando larghi a filo col muretto di destra per controsterzare sfruttando il cordolo a sinistra. Raidillon (dal francese: “salita ripida”) è un tratto artificiale che collega il tracciato al rettilineo successivo: siamo di fronte ad un dislivello in salita di 24 metri in 240 metri di lunghezza. Una variante tanto iconica, quella della Eau Rouge – Raidillon, quanto, purtroppo, pericolosa. Nel 2019 ci lasciava Anthoine Hubert, un giovane pilota francese di F2, campione delle F3 Series del 2018; non sono mancati ieri ricordi e fiori sul luogo dell’incidente, in primis da Gasly e Leclerc, con il secondo che proprio quell’anno dedicò la prima vittoria al suo caro amico. Arrivati a curva 7 ci si prepara frenando sul cordolo a sinistra sfruttando tutti i cordoli interni uscendo parzializzando il gas in uscita da curva 9. Giù in discesa verso la Bruxelles, curva difficile, insidiosa e col forte rischio di bloccaggio dell’anteriore destra, una piccola parabolica che porta alla 11, da percorrere sfruttando il cordolo esterno lanciandosi in discesa verso la Pouhon, da percorrere evitando il cordolo interno per non finire in testacoda. Ci si tiene a sinistra e si sfruttano entrambi i cordoli delle curve 13 e 14, stando attenti al gas in uscita da quest’ultima per non perdere il posteriore. La curva Stavelot immette sul velocissimo terzo settore, costituito da curve leggere da percorrere in pieno fino alla Chicane finale, dove si sfrutta bene la pista stando larghi e passando il più vicino possibile ai cordoli interni, facendo attenzione a trazionare bene dall’ultima curva evitando il testacoda.
Il Gran Premio del Belgio arriva alla sua edizione numero 66 e raggiunge il quarto posto nella classifica all-time dopo Inghilterra (72), Italia (71, in attesa di Monza) e Monaco (67). Il giro più veloce è stato siglato dal campione in carica con un 1’41”252 nelle qualifiche dello scorso anno, con il britannico che poi vinse la gara seguito dal compagno Bottas e da Max Verstappen. L’olandese cercherà la prima vittoria sul suo circuito preferito (scelta condivisa anche da Kimi Räikkönen); non sarà d’accordo il britannico, il quale cerca invece la sua quinta vittoria raggiungendo così Senna e Clark ed avvicinandosi a Schumacher a quota 6, qui dove la leggenda tedesca debuttò in F1 nel ’91 (30° anniversario quest’anno) e dove ottenne anche la sua prima vittoria l’anno successivo.
La conformazione del tracciato non lascia molte speranze per le due rosse di Leclerc e Sainz, ma i due piloti hanno già saputo sorprenderci quest’anno. Trattandosi di una pista “di motore”, date le caratteristiche soprattutto del primo e del terzo settore, la McLaren motorizzata Mercedes può far bene, con Norris che vuole subito tornare a punti dopo essersi fermato dopo una curva nell’ultimo GP a causa dell’errore di Bottas. La McLaren punta il podio anche con Ricciardo, desideroso di riscattare una prima metà di stagione decisamente sotto le aspettative. Dal 2016, sul podio sono saliti solo piloti Mercedes, Ferrari e RedBull: oltre alle due vetture arancioni, attenzione alle Alpine vincenti in Ungheria, alle Aston Martin in cerca di riscatto dopo il deludente debutto e alle AlphaTauri, velocissime sul dritto. La F1 è pronta a ripartire dalla sua “università”: il circuito è così definito in virtù della varietà delle curve, dei rettilinei, delle salite e delle discese; un vero banco di prova per i piloti. Il testa a testa tra Hamilton e Verstappen può finalmente riprendere, con il britannico avanti di soli 8 punti. Appuntamento a domani con le qualifiche ufficiali e a domenica pomeriggio, alle 15:00, con la gara.
Fonti e foto: Wikipedia.