F1, un giro a Città del Messico

Lewis Hamilton ci ha provato fino alla fine, ma Max Verstappen è riuscito a non farsi raggiungere nel finale e si è preso il primo gradino del podio a stelle e strisce. Dodici lunghezze di vantaggio per l’olandese nei confronti dell’inglese: un punto per ogni anno di differenza anagrafica. Sono invece solamente cinque le gare rimaste a disposizione: la RedBull cerca punti preziosi per il mondiale costruttori in casa di Sergio Perez.

La diciottesima tappa del Mondiale di F1 2021 ci porta in Messico peril Formula 1 Gran Premio de la Ciudad de México. Nella periferia della capitale, Città del Messico, sorge un circuito permanente all’interno di un grande parco. Paragonata a Monza per il layout, l’Autodromo Hermanos Rodriguez è dedicato ai due piloti: nell’edizione inaugurale perse la vita uno dei due fratelli, Ricardo, nel 1962. I team devono tener conto dell’aria rarefatta a 2238 m sopra il livello del mare, questione che potrebbe sollevare alcuni problemi aerodinamici e motoristici. 4,304 km da percorrere in senso orario conditi da 17 curve, di cui 7 a sinistra e 10 a destra. Con l’ausilio della foto, analizziamo in breve un giro sul circuito messicano.

Per ottenere la Pole in Messico è fondamentale lanciarsi bene dall’ultima curva per sfruttare il lunghissimo rettilineo di partenza. In prossimità di curva 1 ci si allarga bene sulla sinistra per ritrovarsi in mezzo alla pista e impostare al meglio i cambi di direzione nella chicane tra le curve 2 e 3, con l’ultima seguita da un secondo rettilineo. Si stacca forte con ruote dritte e si decelera per il tratto di pura tecnica tra le curve lente 4 e 5, mentre si percorre la 6 andando a toccare entrambi i punti di corda. Tra le curve 7 e 11 ci si lancia a gran velocità nello snake, mangiandosi tutti i cordoli facendo attenzione a non perdere la vettura e alle penalità per taglio curva. Curva 12 immette nell’iconica sezione dello stadio, teatro di tutto l’entusiasmo messicano tra colori e grida, con i tifosi pronti ad omaggiare Sergio Perez ad ogni suo passaggio. Attenzione particolare alle curve 13, 14 e 15: è necessario essere dolci sull’acceleratore per non finire in testacoda. Già dalla curva 16 si lavora per favorire l’uscita di curva in modo da portare più velocità possibile sul rettilineo.

Sezione dello stadio con le curve 13, 14 e 15 [credit: profilo Twitter ufficiale Formula 1]

Il Messico ospita domenica la sua 22° edizione del Gran Premio; tuttavia, siamo di fronte alla prima edizione del Gran Premio di Città del Messico. Valtteri Bottas detiene due record su questo circuito: il pilota finlandese ha siglato il record della pista nella gara del 2018 con un 1’18”741. Inoltre, il futuro pilota Alfa Romeo ha fatto registrare la velocità massima raggiunta in gara nella storia della F1, arrivando a toccare i 372,5 Km/h nel GP del 2016. I due rivali per il titolo hanno vinto due volte qui, con l’inglese che, in occasione delle due vittorie di Verstappen, ha però potuto godersi la vittoria dei Mondiali 2017 e 2018. Tutto il tifo sarà per Perez, carico per il ritorno in patria dopo l’annullamento della gara lo scorso anno causa Covid-19.  

A fare da contorno al testa a testa al vertice ci pensa l’intensa lotta punto su punto tra le rosse e le “arancioni”: Ferrari e McLaren si giocano il terzo posto del Mondiale Costruttori, con Sainz pronto con Leclerc ad assaltare Norris e Ricciardo recuperando i punti di svantaggio. Appuntamento a domani sera per le qualifiche ufficiali e a domenica sera per la prima edizione del Gran Premio di Città del Messico.

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